lunedì 2 dicembre 2013

Piano casa e grandi opere: un doping alla veneta

Oggi Il Corriere della Sera pubblica una lunga analisi di Gian Antonio Stella che trova posto in prima pagina e che poi prosegue a pagina 21. Questo articolo, che accende i riflettori sul piano casa bis recentemente discusso dal consiglio regionale del Veneto è in qualche maniera l'epitaffio che accompagnerà la fine del paesaggio nella nostra regione, già martoriata da uno sviluppo che in questi anni mostra tutta la sua natura primigenia.

Se alle considerazioni di Stella aggiungiamo l'ennesima denuncia, pressoché inascoltata dalle istituzioni, che sabato è giunta da associazioni, comitati e semplici cittadini, durante la manifestazione «no grandi opere» tenuta a battesimo da Don Albino Bizzotto, ben si comprende che del Veneto che incantò Goethe rimarrà ben poco.

Ora, senza dubbio all'interno della pastoia che è diventato il tavolo politico delle grandi opere, spesso realizzate con la sciagurata finanza di progetto, allignano interessi opachi e poco rispettosi delle leggi. Le recenti inchieste sul sistema Venezia ne sono l'ennesima conferma. Allo stesso tempo non va dimenticato che condotte omicide nei confronti del territorio sono anche il risultato di un portato normativo che favorisce un andazzo in cui le decisioni che contano sono prese sempre, o quasi sempre, fuori dalle istituzioni.

Ma gli intrallazzi e gli assalti all'ultima diligenza da soli non bastano a spiegare la ferita profonda procurata al Veneto a sé medesimo negli ultimi quarant'anni. Un atteggiamento tanto vessatorio nei confronti dell'ambiente non si spiegherebbe se le classi dirigenti non avessero trovato nella popolazione un soggetto tutto sommato ben disposto nei confronti di questi cambiamenti. Una accondiscendenza che si può e si deve spiegare con l'approccio che i veneti hanno scelto per fare i conti con un passato di povertà dignitosa, che al posto di essere ricordato con sincero orgoglio, è stato sepolto nei piloni di cemento di capannoni, autostrade e improbabili villette. Una furia metodica, diabolica, sorda, silenziosa, ipocrita (basti pensare al continuo richiamo alle tradizioni) che in nome di un passato da cancellare ha confuso, volutamente, il «meglio» con il «di più». I numeri citati da Stella raccontano quindi di una anomalia veneta in in panorama nazionale comunque degradato. Il piano casa versione turbo, non è altro che l'ennesima razione di doping per un cavallo già gonfio di bombe oltre ogni limite. Tutti conosciamo le pressioni esercitate dalla lobby dei costruttori nei confronti del consiglio regionale. Ma quanto sta capitando in queste ore a Venezia, oltre che delinquenziale sul piano morale, è di una demenza assurda, perché la cosa si ritorcerà prima o poi su chi l'ha concepita.

Enrico Rosa

Autunno sul Faldo


Quante volte abbiamo percorso la statale per Recoaro o la strada che attraversa la valle del Chiampo? Quante volte ci siamo lamentati per l'ammasso cementizio che da anni vìola questo pezzo della nostra terra? Magari potrà essere pensato come un amaro amarcord, ma più a monte le zone degne di essere visitate non mancano. E la luce dell'autunno conferisce loro un quid notevole. Questo breve video (realizzato con un telefonino low cost sul Monte Faldo a Trissino) indirizzatomi da un'amica può dare un'idea di massima del temperamento che la luce e l'aria ci hanno regalato durante il week-end appena trascorso.

Enrico Rosa

venerdì 25 ottobre 2013

Venetkens, la grande mostra sui paleoveneti


Se lo volete vi dò un consiglio spassionato. Andate a Padova, se non lo avete già fatto, a vedere una mostra straordinaria che iniziata in aprile durerà sino al 17 di novembre. Nell'ambito della manifestazione «si potrà scoprire - tanto riporta marcadoc.com - come viveva questo popolo antico, come costruiva le abitazioni, ma anche come si procurava il cibo, come seppelliva i propri defunti, come si rivolgeva alle divinità, come si rapportava ai popoli confinanti e a quelli più lontani con cui entrava in contatto». E poi: «Il percorso è arricchito, infine, da una serie di postazioni multimediali per una navigazione virtuale finalizzata agli approfondimenti attraverso monitor touch screen. Ma di grande impatto sono anche alcune ricostruzioni, mirate a suscitare l’attenzione, ma soprattutto l’emozione, nel visitatore». Con ogni probabilità dell'evento potremo parlare durante uno dei nostri incontri informali, magari davanti ad una birra o un tè caldo. Fate vobis.

Enrico Rosa

I prenditori o imprenditori? Ai posteri...

Dopo i patteggiamenti milionari del Gruppo Mastrotto arrivano quelli della famiglia Marzotto. Avanti c'è posto verrebbe da dire. Che bella figura che ci fa il nostro comprensorio. Sui guai della famiglia più griffata d'Italia parla ieri l'altro, tra i tanti, Repubblica.it. Da noi, tranne gli articoli di prammatica dei quotidiani, la cosa è scivolata come l'acqua sulla formica ("i giornali i ne tira merda, ma el conte 'ne ga da' da magnare dio de dio! Roma ladrona, abbasso il fisco w Berlusconi, che governa coi comunisti però"). Ora a tirarla in ridere uno potrebbe anche buttarla sul campanilistico. Perché per i Mastrotto il giudice commina la pena detentiva (sospesa per carità eh) e per i Marzotto quella pecuniaria? Quelli della valle del Chiampo si potrebbero incazzare: che cos'hanno di più i cugini della valle Agno? Vabbé, è dal '500 o giù di lì che gli eredi territoriali dei Trissino hanno un po' la puzza sotto il naso. Ah sì, forse è quella delle concerie. In nomine patris et filii et spiritus sancti...

Enrico Rosa

sabato 19 ottobre 2013

Inquinamento e polveri sottili, questo tabù


«L'inquinamento dell’aria può provocare il cancro. Lo dice la massima autorità oncologica mondiale, lo IARC (International Agency for Research on Cancer) di Lione, l’Agenzia che per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità analizza e classifica agenti e sostanze per la loro capacità di provocare il cancro. L’inquinamento da polveri e sostanze assortite che affligge le nostre città è stato classificato nel gruppo 1, cioè sicuramente cancerogeno per l’uomo: come il cloruro di vinile, la formaldeide, l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti». Così scriveva ieri una testata on-line. E non stiamo parlando della Tribuna dell'ecologista, ma del Corriere della Sera. Ovviamente la notizia, nel volgere di un paio d'ore, è stata subito cacciata nel dimenticatoio. Ma sarebbe interessante, per esempio, metterla in correlazione con lo stato di salute dell'aria in valle dell'Agno e in val Chiampo. Oppure l'argomento è tabù? C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria, anzi di marcio, direbbe in queste ore Giovanni Pascoli.

Enrico Rosa

mercoledì 16 ottobre 2013

Caccia alla luce d'autunno


Sarà che gli impegni di lavoro non danno tanto spazio, sarà che non combacia quasi mai con le ferie, la stagione autunnale purtroppo è sempre un po' bistrattata, anche perché spesso è associata all'idea di maltempo e di fine del periodo estivo, associato a sua volta al concetto di relax. Sul quale peraltro a lungo si dovrebbe discutere. Come ogni anno in questo periodo mi armo di macchina fotografica e lungo la valle dell'Agno, o lungo quelle vicine, vado alla ricerca di qualche scorcio significativo (nel riquadro una foto che ritrae il bosco della Vallarsa tra Camposilvano e Campogrosso). L'autunno infatti fornisce una luce calda molto interessante sotto questo profilo. E come ogni anno in questo periodo formiamo un piccolo gruppo di esploratori fotografici alla ricerca dello scatto giusto. Chiunque sia interessato ad unirsi può contattarci via e-mail (comitato.esagono@gmail.com).

Enrico Rosa

venerdì 4 ottobre 2013

Una marea di dubbi

Dopo la marea di notizie che hanno inondato i media relativamente allo stato di salute dell'acqua, del suolo e dell'aria in valle Agno e dintorni, occorre una seria riflessione. Sul tavolo delle questioni che scottano non c'è solo il dossier dei cosiddetti perfluorati. C'è un intero scenario che va riconsiderato. Dalle voci che foltrano in Arpav, ma soprattutto dalle preoccupazioni che a mezza bocca fanno capolino nei bar, nei circoli, nelle piazza della vallata, lo stato di saluto del comprensorio abbisogna di una grande e approfondita operazione di monitoraggio. Certo è che con le esigue risorse messe a disposizone di Arpav dalla Regione Veneto sarà difficile incidere in profondità. A Venezia, come a Roma dovrebbero mettersi il cuore in pace e creare un fondo ad hoc. Un fondo utile a finanziare uno studio interdisciplinare, completo ed indipendente, magari affidato ad università straniere. Primo perché con la salute non si scherza; secondo perché è giunta l'ora di cominciare a fare i conti, ragionando anche ma non solo in termini di costi benefici, con l'eredità ambientale lasciata dal settore produttivo, in Val Chiampo come in valle Agno. La cosa però sembra non interessare nessuno.

Enrico Rosa

lunedì 23 settembre 2013

Rotte del Guà, rotte a tutto

C'è molto in sospeso sulla questione dei bacini di sicurezza progettati sulle rotte del Guà tra Arzignano e Trissino. Anzi troppo. Ci sono due vicende giudiziarie, una penale e una amministrativa, che stanno facendo rumore. C'è un orizzonte relativo all'inizio dei lavori che sembra allontanarsi sempre più. In un momento come questo però non bisognerebbe solo limitarsi a dire che i lavori vanno fatti presto e che la giustizia deve fare contemporaneamente il suo corso. Oggi come oggi sarebbe ben utile anche andare a sficcanasare con attenzione nel progetto. E per tre motivi. Uno, per capire se serva o meno. Due, nel caso serva, occorre capire se il progetto sia idoneo. Tre, serve capire se quanto si paga per realizzare ciò che sta nei progetti sia il giusto o se si spenda troppo. La magistratura ha il pallino in mano. E sarebbe importante che andasse a controllare, magari con l'ausilio di consulenti assai esperti, ciò che è stato, diciamo così, prodotto,  sino ad oggi. Se c'è una cosa che ha ambientalmente ammorbato il Veneto, ma non solo il Veneto, questa è la cosiddetta cultura del fare. Soprattutto quando fa rima con fare male o fare disastri.

Enrico Rosa

giovedì 1 agosto 2013

Zanettin, Koris, Miteni...


Non può far che riflettere l'intervista rilasciata a Vicenzapiu.com da Massimo Follesa. La situazione ambientale in valle dell'Agno richiede uno sforzo di intelligenza da parte di tutti i soggetti decisori. Purtroppo non ci sono solo le prospettive che preoccupano ma c'è una ragionamento complessivo sulle colpe e le negligenze del passato che non può più attendere.

Enrico Rosa

domenica 21 luglio 2013

Praga, Praga, Praga


Dopo l'incontro serale della settimana passata mi sono state rivolte parecchie domande su Praga. Poiché non è possibile condensare in poche righe tutto ciò che vorrei dire, mi limito ad alcuni punti anche per non essere bombardato quando sotto Natale gli amanti della capitale boema cominceranno ad ambirla a frotte. Anzitutto non ho tempo per organizzare escursioni all'estero (se non in concomitanza con le mie ferie estive, che spessissimo cadono in momenti poco compatibili con quelle della maggior parte di voi). Ovviamente sono disponibile una sera a parlare della città ceca. Però vi dò un piccolo suggerimento. Prima di trovarci andate in biblioteca e date una letta a Praga magica di Angelo Maria Ripellino. Poi ne riparliamo insieme e scoprirete che guide come le Lonely Planet tornan buone per sare dove andare a bere il caffé o la birra. Ma se volete andare più in profondità...

Enrico Rosa

venerdì 12 luglio 2013

Destinazione val di Non

Visti i continui solleciti mi sono convinto: sto mettendo seriamente in cantiere una visita in val di Non. Rammento a tutti, purtroppo, che come sempre l'uscita è della durata di un giorno e cade, se il giro si farà, sempre alla domenica perché visto il mio lavoro non ho altri giorni liberi. Già da ora, tengo a precisare, che la gita non avrà il tenore enogastronomico dell'anno passato, ma si concentrerà più sul paesaggio e sui luoghi di interesse storico. Sicuramente si farà rotta verso il castello di Thun che dopo il restauro merita una visita approfondita. Per ogni altra delucidazione inviate pure un messaggio alla posta elettronica del circolo (comitato.esagono@gmail.com).

Enrico Rosa

venerdì 21 giugno 2013

Passo Manghen


A tutti coloro che sono interessati segnalo che entro un pio di settimane, ovviamente alla domenica, organizzerò la ormai abituale escursione estiva a passo Manghen. Per ogni informazione ulteriore potete inviare una e-mail all'indirizzo del nostro circolo (comitato.esagono@gmail.com). Tenete perciò a portata di mano macchine fotografiche e videocamere perché la meta merita, e non poco. In loco daremo qualche informazione sul piano storico e paesaggistico. Quest'anno l'idea di massima è quella di puntare con più attenzione in val Cadino.

Enrico Rosa

giovedì 30 maggio 2013

Siamo alla canna del gassificatore

Apprendiamo con viva e vibrante soddisfazione della delibera della giunta regionale veneta numero 574 del 3 maggio 2013 da poco resa pubblica sul Bur. Al di là di ogni merito tecnico, rispetto al quale altri soggetti, come l'associazione No alla Centrale hanno detto e scritto con dovizia in passato, rimane un ambito esclusivamente politico sul quale vorremmo soffermarci. Leggendo il testo si può appurare che il previsto impianto di trattamento degli scarti conciari, ovvero il gassificatore, sarà realizzato a spese del contribuente, variamente distribuite tra enti locali, ente regionale e amministrazione centrale dello Stato. Dai vari organi di stampa abbiamo appreso nel tempo che il soggetto in pole position per la realizzazione dell'impianto, prima in forma pilota, poi in forma definitiva, sarebbe la Sicit, una società di proprietà delle concerie del nostro comprensorio. Orbene, al netto di ogni questione sulla opportunità o meno della nuova infrastruttura, questione che va approfondita ancora, non si capisce come mai un impianto che serve in primis all'industria e che sarà costruito, o che dovrebbe essere costruito, da un soggetto privato ad essa collegato, debba stare in piedi sulla base del solo danaro pubblico. Per giunta da più parti in questo senso si sostanzia tale scelta in ragione della grande valenza sociale e ambientale che il cosiddetto «inceneritore» avrebbe. A fronte di questo però le autorità competenti non hanno ancora provveduto a rendere pubblico l'intero studio collegato al progetto del gassificatore. Ma è mai possibile che scelte, nel bene o nel male, fatte sulla pelle dei cittadini e col danaro dei cittadini, prevedano un parziale oscuramento di dati e informazioni che dovrebbero essere resi pubblici all'istante?

Enrico Rosa

sabato 18 maggio 2013

Sei vertici, un esagono

Ogni volta che si volge lo sguardo al futuro inevitabilmente quell'azione è anche determinata dalla storia personale dell'osservatore; ma pure dal contesto nel quale è maturato il suo pensiero. Lo stesso approccio in gran parte è valido anche quando è la società nel suo complesso, o parti di questa, che ragiona sul proprio futuro. In un contesto del genere, il paesaggio può essere considerato la manifestazione palpabile dei valori culturali che in qualche modo guidano o traviano una determinata comunità. Pertanto un approccio rispettoso al paesaggio non è la causa di un rapporto onesto con l'ecosistema che ospita una determinata comunità, bensì l'effetto. Ovviamente un approccio onesto con il proprio contesto vitale, sia con le persone, sia con il territorio, è pensabile quando i valori condivisi e condivisibili siano rispettati sia sul piano della legalità. E non solo in ragione della forza coercitiva del diritto ma perché esso stesso è una declinazione della comunità. In questo senso territorio, ambiente, paesaggio, legalità, tradizione e cultura sono intimamente legati e costituiscono un prisma indispensabile attraverso il quale guardare alla realtà che ci circonda, senza dimenticare il sistema globale che nel bene o nel male la incorpora. Così sulla base di queste semplici considerazioni abbiamo deciso di dare vita ad un circolo informale, l'Esagono. L'obiettivo? Mettere a disposizione, senza formalismi e rigidità e nell'ambito del nostro territorio, ovvero l'Ovest Vicentino con una attenzione particolare alla valle dell'Agno, uno spazio aperto. Uno spazio dedicato allo scambio delle idee a partire dai sei punti che idealmente delimitano, senza preclusioni, la superficie del nostro ragionamento.

I fondatori
Massimo Follesa
Enrico Rosa
http://esagonovi.blogspot.it